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MARRAZZO (PARTITO GAY) RINVIANO DDL OMOTRANSBIFOBIA PER NON ASSUMERSI RESPONSABILITÀ

Roma, 8 set. (Adnkronos) 

«Rinviano il ddl Omotransfobia perché i progressisti non vogliono assumersi la responsabilità. Sanno che, o non passa, o passa un testo ancora peggiorativo rispetto alla legge già sfregiata approvata alla Camera». Lo dice all'Adnkronos Fabrizio Marrazzo, candidato Sindaco di Roma e Portavoce Nazionale del Partito Gay per i diritti LGBT+ Solidale, Ambientalista e Liberale, sentito sul rinvio della discussione del ddl omotransfobia al Senato a dopo le elezioni amministrative.

«Ci aspettavamo questo rinvio, che serve a non dare nessun risultato concreto, il ddl Omotransbifobia così come è stato trasformato serve a poco e neanche su quel poco ci sono i voti. Lo stesso Zan ha pubblicato un libro invece di pensare a far approvare la legge», prosegue Marrazzo che ricorda come «il partito gay sia nato proprio dopo l'approvazione alla Camera di quella legge che avevamo contribuito a scrivere. Il testo poi è stato sfregiato da Zan e da Costa, che ora sta con Calenda, con l'articolo 4, che è una clausola di scappatoia per chi insulta gli omosessuali».

«Chi oggi fa la parte del `gay-friendly´, che dice di voler difendere i diritti della comunità lgbt, non è credibile. Lo dimostrano –continua il candidato sindaco di Roma del Partito Gay– le parole di qualche giorno fa di Vincenzo De Luca, presidente campano del Pd, sui corsi contro l'omofobia a scuola, mai smentite da nessun esponente gay. E lo dimostra la circolare padre e madre di Salvini, che nessuno si è mai preoccupato di cancellare. La circolare, che obbliga a indicare un padre e una madre sulla carta di identità dei minori, crea diversi problemi burocratici alle coppie omosessuali con figli».

«La credibilità di questa gente è zero, è finito il tempo della fiducia in bianco. In tutte le città – ha concluso Marrazzo – chi ha a cuore i diritti degli omosessuali, ha la possibilità di votare un partito come il nostro che non farà azioni finte. Se avremo un buon risultato possiamo fare pesare i nostri voti e le istanze della comunità LGBT+».

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