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DRAGHI: BUON SENSO, MA POCO AMBIENTE E ZERO SU BUROCRAZIA E DIRITTI LGBT+

Roma, 17 feb. (Adnkronos) 


«Il discorso del nuovo Premier Draghi è stato un discorso di buon senso, però con pochi dettagli, quindi dovremo aspettare i primi decreti per una valutazione». Lo dichiara Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista, Liberale.


«In particolare sull'ambiente – spiega – ci aspettavamo delle linee guida più concrete, invece per ora abbiamo appreso solo enunciazioni. Poco concreta è la proposta sulla lotta alla burocrazia perché senza norme per la semplificazione, basandosi solo sulla formazione del personale non consente una reale semplificazione della macchina burocratica dello stato, che è molto contorta e spesso inutilmente complessa. 


La burocrazia va semplificata e resa completamente digitale. Inoltre, anche su gender gap solo buone enunciazioni, ma va capito poi concretamente come consentirà alle donne di poter fare concretamente la stessa carriera degli uomini. 

 

Invece, sui diritti della comunità LGBT+, a differenza dei suo colleghi europei tra cui Ursula Von Der Leyen, attuale presidente della Commissione Europea, non ha fatto nessun cenno, nonostante in tutta Europa e l'ONU hanno dichiarato che la nostra comunità è tra le più colpite dalla pandemia, in quanto in gran parte è priva di sostegno familiare e vittima di discriminazioni sul lavoro».



«Non possiamo non mostrare preoccupazione per la mancanza di tutele per la nostra comunità – continua Marrazzo -, per un'assenza di proposte concrete sull'ambiente, specialmente dopo le dichiarazioni odierne di Salvini. 

 

Infatti, Salvini propone di far ripartire l'Ilva di Taranto senza alcuna conversione ecologica per produrre acciaio per il ponte sullo stretto. 

 

Oggi si possono realizzare grandi opere con processi maggiormente ecosostenibili. 

 

Mentre per Taranto ci aspettiamo una riqualificazione ambientale verso nuove economie dove il sud può essere maggiormente competitivo e non prolungare l'agonia di processi produttivi, come quello dell'acciaio, ormai fuori mercato, per paesi come l'Italia privi di materie prime».



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