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IL PARTITO GAY SFIDA IL PD «SUL NOSTRO REFERENDUM NESSUN SOSTEGNO»

Articolo de “IL TEMPO” 03/07/2024

LE BATTAGLIE SUI DIRITTI

II Partito Gay sfida iI Pd
«SuI nostro referendum nessun sostegno»

Marrazzo, portavoce deI partito, chiede aI PD I’approvazione neIIe 5 Regioni guidate daI centrosinistra: «I governatori dem si attivino per Ia nostra battagIia»

Sui diritti solo passerelle e belle parole, ma scarseggiano i fatti. Il mondo LGBT+ chiede il conto al Partito Democratico.

Sul referendum relativo al matrimonio egualitario, diritto fondamentale per riconoscere la piena dignità a tutte le coppie, indipendentemente dal loro orientamento sessuale o identità di genere, i democratici continuano a distinguersi per tentennamenti. Quando venne presentata, nel gennaio del 2022, la proposta di legge, i vertici Dem di allora, da Letta a Zan, non si presentarono.

Mentre oggi delle cinque Regioni governate dai progressisti, infatti, solo la Sardegna, guidata dalla neo presidente Todde, avrebbe risposto concretamente al quesito posto dal Comitato Si Matrimonio Egualitario e Partito Gay LGBT+.

 

Il Modello da seguire

La governatrice della Sardegna Alessandra Todde è la prima ad aver firmato il carteggio indispensabile per il referendum

 

Nessuna risposta, invece, sarebbe arrivata dalla Campania, dalla Toscana, dalla Puglia e dall’Emilia Romagna, fino a qualche giorno fa guidata dal presidente del partito Stefano Bonaccini.

In particolare, in quest’ultima, il tempo stringe, considerando che l’ultima data utile ad approvare la documentazione relativa a far passare il quesito è 12 luglio. «Il 60% degli italiani – dichiara Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay Lgbt+, Solidale, Ambientalista, Liberale-è favorevole a una svolta, che per l’Italia sarebbe un importante passo in avanti.

Stiamo parlando, però, di un traguardo che non possiamo raggiungere da soli. Occorre l’aiuto di tutto quel mondo che vuole combattere le disuguaglianze , a partire da quei movimenti che si sono esposti per le nostre battaglie». Non è un traguardo semplice, ad esempio, raccogliere le 500mila firme necessarie allo svolgimento della consultazione referendaria.

«In tal senso sostiene l’attivista – occorre lo stesso impegno avutosi, in questi giorni, sull’Autonomia differenziata. Altrimenti rischiamo di sbattere contro un muro. Accolgo con piacere i comunicati, le parole di cambiamento e la partecipazione della segretaria Schlein ai Pride tenutisi in giro per il Paese, ma adesso è venuto il momento che quest’azione politica si concretizzi, perseguendo iniziative che realmente possano cambiare lo status quo.

Il referendum sul Matrimonio Egualitario, in tal senso, è una strada obbligatoria.
Ecco perché chiediamo ad Elly di impegnarsi su quanto ci aveva promesso».

La prima inquilina del Nazareno, infatti, aveva incontrato il Portavoce del Partito Gay LGBT+, diversi mesi fa, in un confronto tenutosi a Cagliari dopo i risultati delle regionali.

«In quell’occasione – spiega Marrazzo – Schlein ci disse di essere favorevole al Matrimonio Egualitario, ma sul Referendum voleva capirne la fattibilità. Spero che la prossima settimana sia con noi in Cassazione a depositare il quesito Referendario e lo porti in Regione Emilia Romagna perché venga approvato insieme a quello sull’Autonomia.

Il Movimento 5 Stelle si è già attivato in tal senso. Adesso tocca al Pd e la voce della segretaria ed il suo sostegno sarebbero un valore aggiunto».

Il riferimento è in particolare alla schiera di consiglieri Pd che nelle 5 Regioni progressiste detengono la maggioranza partendo dalla Regione Emilia Romagna. Certamente il contributo sarebbe decisivo per far approvare il quesito referendario sul Matrimonio insieme a quello sulle Autonomie.

Il passo in avanti dei 5 Stelle

Il Presidente Conte è stato il primo a sottoscrivere la proposta presentata dal movimento LGBT 

«L’auspicio è che i presidenti delle Regioni a guida Pd, ed i consiglieri siano insieme a noi, per sostenere il Referendum.
L’approvazione del Matrimonio Egualitario non solo è una questione di giustizia, ma è un passo significativo verso una società più inclusiva e rispettosa delle differenze». In tal senso, il partito Gay LGBT+ scrive una missiva al Nazareno in cui si possa ufficializzare un vero e proprio protocollo di intesa, considerando le scadenze, previste dalla normativa vigente (30 settembre).
«Siamo disponibili – conclude Marrazzo – a qualsiasi chiarimento. L’importante è non calare l’attenzione rispetto a un qualcosa di indispensabile per un futuro migliore e soprattutto più equo per tutti, nessuno escluso. Questa è la volta che la politica può agire concretamente».

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