(ANSA) – ROMA, 26 APR – «Il Decreto Conte discrimina ancora una volta le persone lesbiche, gay, bisex e trans e non solo – dichiara Fabrizio Marrazzo portavoce Gay Center – infatti molti della nostra comunità sono spesso isolati dalle proprie famiglie e parenti, ed hanno costruito le proprie vite su una rete di amicizie che ha spesso sostituito e compensato gli affetti mancati dei propri familiari. Analogamente ciò avviene in molte famiglie basate su convivenze di fatto, ossia le cosiddette «famiglie allargate». Inoltre, molto spesso le coppie lesbiche e gay non risultano sulla carta genitori di entrambi i figli, e pertanto non sono parenti dei rispettivi zii e nonni dei propri figli. Il nuovo decreto da la possibilità solo ad alcuni di ripristinare la propria rete di affetti, ma non a buona parte della nostra comunità ed a quella parte della società che non rientra nelle logiche di parentela ottocentesche».
«L’assenza di esperti nei temi della comunità LGBT (lesbica, gay, bisex e trans) nelle taskforce si rende ancora una volta evidente – continua Marrazzo– in particolare il decreto discrimina anche gli spostamenti in base alle rete parentali, ossia una famiglia più numerosa potrà fare più spostamenti, oltre a non tenere in considerazione anche le famiglie di fatto più in generale. Quindi, il decreto non da un limite equo degli spostamenti ed utilizza genericamente la logica parentale in una formulazione dell’ottocento. Per questo proponiamo al Presidente Conte di rivedere il decreto e dare a tutti un limite di spostamento verso un numero definito di indirizzi che potrà indicare nella autocertificazione, ad esempio sino ad un massimo di 3-5 indirizzi a persona, in modo da limitare in modo equo gli spostamenti». (ANSA).