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FASE 2: NON PUÒ SCEGLIERE LO STATO CHI DOBBIAMO INCONTRARE, DIA UN LIMITE DI TRE INCONTRI, ALTRIMENTI FAREMO DISOBBEDIENZA CIVILE

Il Decreto Conte discrimina ancora una volta le persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisex e Trans), e non solo.
Molte persone della nostra comunità sono spesso isolate e senza più rapporti con le proprie famiglie e con i propri parenti, ed hanno costruito le proprie vite su una rete di amicizie che ha spesso sostituito e compensato gli affetti mancati dei propri familiari. Analogamente ciò avviene in molte famiglie basate su convivenze di fatto, ossia le cosiddette “famiglie allargate”. Inoltre molto spesso le coppie lesbiche e gay non risultano sulla carta genitori di entrambi i figli, e pertanto non sono parenti dei rispettivi zii e nonni dei propri figli.
Il nuovo decreto dà la possibilità solo ad alcuni di ripristinare la propria rete di affetti, ma non a buona parte della nostra comunità LGBT, cosi come a quella parte della società che non rientra nelle logiche di parentela ottocentesche. Il Decreto dovrebbe limitare i contatti, invece in questo modo per alcuni sarà possibile fare molti incontri, mentre ad esempio le famiglie monoparentali, che sono circa il un terzo della popolazione, non potranno fare incontri.
Per questo proponiamo al Presidente Giuseppe Conte di rivedere il decreto e dare a tutti un limite di spostamento verso un numero definito di indirizzi che potrà indicare nell’autocertificazione, ad esempio sino ad un massimo di 3 o 5 indirizzi a persona, in modo da limitare equamente gli spostamenti. Altrimenti, a questo punto molti di noi saranno costretti alla disobbedienza civile.

Fabrizio Marrazzo – Portavoce Gay Center

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